Premio Galilei 2009
E’ toccato al Premio Internazionale “Galileo Galilei” dei Rotary Club Italiani chiudere simbolicamente le celebrazioni dell’anno galileano che a Pisa, come a Firenze e Padova, si sono svolte per celebrare il quarto centenario della invenzione del cannocchiale. Assegnato annualmente a due studiosi – uno straniero scelto da una giuria italiana e un italiano scelto da una giuria straniera – il premio, nato a Pisa 48 anni fa per iniziativa di Tristano Bolelli, è stato conferito sabato pomeriggio nell’Aula Magna della Sapienza dopo due giornate dense di iniziative. Due giornate durante le quali a Pisa si sono riuniti tutti i governatori dei distretti italiani del Rotary che si sono concluse con la cena di gala in onore dei vincitori negli Arsenali Medicei organizzata dal Rotary Club di Pisa.
A vincere il premio “Galilei”, che il magnifico rettore Marco Pasquali aprendo la cerimonia in Sapienza ha definito uno dei principali appuntamenti culturali non solo di Pisa ma del Paese, sono stati lo svizzero Pio Caroni, dell’Università di Berna, studioso della storia del diritto italiano e l’italiano Alberto Isidori docente di scienza dell’ingegneria a Roma. Sabato pomeriggio, nell’Aula Magna, in Sapienza, dopo l’intervento di Pasquali ha poi parlato il sindaco Marco Filippeschi, che ha sottolineato l’importanza che il premio riveste per Pisa ed ha sollecitato il Rotary a impegnarsi ulteriormente nelle iniziative culturali della città e nei suoi programmi di crescita. E’ stato poi Angelo Maria Petroni, presidente della fondazione “premio Galilei”, nata per assicurare continuità all’iniziativa, a ricordare che nell’elenco dei vincitori compaiono nomi illustri della cultura internazionale e che sempre, anche a distanza di quasi mezzo secolo, il giudizio sui loro meriti scientifici coincide con quello formulato nel momento in cui furono prescelti.
Dopo un intervento di Giuseppe Ferruccio Squarcia a nome di tutti i governatori del Rotary che rappresentano gli oltre 700 club italiani, sono stati i due vincitori a chiudere la cerimonia in Sapienza parlando dei loro studi e delle prospettive che hanno aperto alla ricerca.
Tratto da La Nazione, lunedi 5 ottobre 2009v