Il Premio Galilei è internazionalmente conosciuto come una delle manifestazioni culturali più importanti d’Europa e si fonda solo su adesioni volontarie, specialmente, ma non esclusivamente, dei Rotary Club e dei Rotariani
Premio Internazionale Galileo Galilei dei Rotary Club Italiani
Il Premio Internazionale Galileo Galilei dei Rotary Club Italiani, giunto alla sua 51ª Edizione e dedicato quest’anno alla Storia della Letteratura Italiana, è stato assegnato all’unanimità da una Giuria composta di eminenti specialisti italiani della materia (Prof. Aldo Maria Morace, Salvatore Silvano Nigro, Amedeo Quondam, Marco Santagata) e presieduta dal Professor Antonio Pieretti all’illustre studioso Ottavio Besomi, per il suo contributo alla Storia della Letteratura Italiana.
2012
Il Premio Internazionale Galileo Galilei dei Rotary Club Italiani per la Scienza
Il Premio Internazionale Galileo Galilei dei Rotary Club Italiani per la Scienza, giunto alla sua 6° Edizione e dedicato quest’anno alle Scienze Agrarie, è stato assegnato
all’unanimità da una Giuria composta di eminenti specialisti stranieri della materia (Prof. Elias Fereres Castiel, Ricardo Flores-Pedauye, Christiane Gedhardt, George A. Kowalchuk) e presieduta dal Professor Antonio Pieretti all’illustre studioso Francesco Salamini.
Prof. Ottavio Besomi
Giudizio della Commissione per l’attribuzione del Premio Galileo Galilei dei Rotary Club Italiani Anno 2012 Sezione Storia della Letteratura Italiana
Verbale della Giuria designata dal Rettore dell’Università di Pisa Prof. Massimo Mario Augello:
Professori: Aldo Maria Morace – Salvatore Silvano Nigro – Amedeo Quondam – Marco Santagata
Antonio Pieretti, Presidente
Saverio Sani, Segretario
La Commissione riunitasi per designare il Vincitore del Premio Internazionale Galileo Galilei dei Rotary Club italiani, dedicato per l’anno 2012 alla Storia della Letteratura italiana, dopo ampia e approfondita discussione ha assegnato il premio al Prof. Ottavio Besomi, esprimendo unanime il seguente giudizio: La produzione scientifica e la complessiva attività di italianistica di Ottavio Besomi si segnalano sia per l’alto livello dei contributi scientifici sia per l’apporto dato alla diffusione della letteratura e della cultura italiana nella Confederazione Elvetica. Formatosi nella prestigiosa scuola di Friburgo, sotto la guida di maestri quali Giuseppe Billanovich, Giovanni Pozzi e Arrigo Castellani, e specializzatosi presso l’Università cattolica del Sacro Cuore di Milano, Besomi ha svolto la sua attività di ricerca e di docente universitario a Zurigo: prima, come Professore Assistente di letteratura italiana e Professore ordinario nella stessa disciplina presso quella Università, poi, per molti anni, come titolare della cattedra di letteratura italiana al Politecnico. Fin dagli esordi i suoi interessi di ricerca sono orientati verso la filologia umanistica, la letteratura italiana dell’età barocca e quella dell’Ottocento, settori che resteranno centrali in tutta la sua successiva produzione. Che si applichi alla letteratura latina del Quattrocento, alla lirica, alla narrativa in versi o alla prosa scientifica del Seicento, alla prosa artistica dell’Ottocento l’operare di Besomi è caratterizzato dalla congiunzione, non comune presso gli studiosi di letteratura, di attenzione alle componenti formali e all’incidenza degli elementi di tradizione specificamente letteraria, di cura filologica dei testi e della loro leggibilità da favorire con apparati di commento. Insomma, Besomi è uno studioso per il quale il rigore scientifico è costantemente messo al servizio dei lettori, un critico-filologo che non dimentica che il compito della sua attività è di rendere fruibili gli oggetti letterari. E così, accanto a edizioni critiche come quelle (e segnaliamo solo le più rilevanti) delle Epistole del Valla, delle Operette morali di Leopardi, delle due redazioni della Secchia rapita di Tassoni, si allineano molte edizioni commentate, fra le quali spiccano la serie dedicata alle liriche di Marino, dalle Rime amorose alle Marittime e alle Eroiche, e quella ancor più corposa delle opere di Galileo Galilei (Dialogo sopra i due massimi sistemi, Discorso delle comete, Saggiatore, Lettera a Cristina di Lorenza). Le edizioni e i commenti ricordati, nonché libri fondamentali quali Ricerche intorno alla ‘Lira’ di G.B. Marino ed Esplorazioni secentesche, lavori che si inseriscono in un ambito di interessi assai praticato in Svizzera, hanno impresso una svolta agli studi sulla letteratura italiana di quel secolo e restano punti di riferimento imprescindibili per gli studiosi dell’eroicomico, del Marino e di Galileo. Bisogna inoltre rilevare che la forte incidenza di quegli studi, come del resto di quelli ottocenteschi, oltre che al loro specifico valore si deve anche al fatto che Besomi ama lavorare in collaborazione. Intorno a lui ha gravitato una équipe di studiosi che sotto la sua guida ha prodotto una serie di strumenti, quali l’Archivio tematico della lirica italiana e l’Archivio delle similitudini, o in altro ambito le Concordanze diacroniche delle ‘Operette morali’ di Giacomo Leopardi, divenuti di uso comune da parte di tutti gli studiosi. Pertanto, per i meriti acquisiti con le sue ricerche originali e di grande spessore scientifico e per l’impulso dato allo studio della cultura italiana, la Commissione, all’unanimità, ha proposto di conferire il Premio Internazionale Galileo Galilei dei Rotary Club Italiani al Prof. Ottavio Besomi.
Prof. Francesco Salamini
Giudizio della Commissione per l’attribuzione del Premio Galileo Galilei dei Rotary Club Italiani Anno 2012 Sezione Scienze Agrarie
Verbale della Giuria designata dal Rettore dell’Università di Pisa Prof. Massimo Mario Augello:
Professori: Elias Fereres Castiel – Ricardo Flores-Pedauye – Christiane Gedhardt – George A. Kowalchuk
Antonio Pieretti, Presidente
Saverio Sani, Segretario
La Giuria, composta dai professori Elias Fereres Castiel, Ricardo Flores-Pedauye, Christiane Gedhardt, George A. Kowalchuck, ha designato all’unanimità come studioso italiano delle Scienze agrarie idoneo a ricevere il “Premio Galileo Galilei per le scienze” per l’anno 2012 l’insigne scienziato Francesco Salamini con la seguente motivazione: Francesco Salamini è nato nel 1939 a Castelnuovo Bocca d’Adda. Crescere in una fattoria ha probabilmente influenzato la sua decisione di studiare Scienze Agrarie all’Università di Piacenza, dove si è laureato “cum laude” nel 1963. Suo mentore è stato il Professor Angelo Biachi il quale lo ha ispirato a divenire un genetista del mais, un interesse di ricerca che egli ha mantenuto vivo durante la sua carriera scientifica. Il suo primo incarico è stato nel 1966, come ricercatore presso l’Istituto di Genetica Vegetale di Bologna; nel 1969-70 ha trascorso un periodo di studio con il Prof. Oliver Nelson presso la Purdue University (USA) per specializzarsi in genetica biochimica. Nel 1970 ha ampliato il suo interesse alla genetica del fagiolo comune presso l’Istituto di Ricerca di Orticoltura (Montaneo), e intanto teneva corsi presso l’Università di Bologna “Alma Mater”, dove ha ottenuto una cattedra che ha mantenuto fino al 1975. Per i successivi dieci anni ha diretto la sezione “mais” dell’Istituto per le colture cerealicole di Bergamo, con una breve interruzione trascorsa al Brookhaven National Laboratory (USA) con il Dr. Harold Smith per acquisire familiarità con le tecniche di coltura delle piante tessili. Nel 1985 è stato nominato direttore del Max Planck Institute (MPI) per la Genetica Vegetale a Colonia (Germania), posizione che egli ha mantenuto per i quasi 20 anni successivi (fino al 2004), quando è tornato in Italia come professore di tecnologie genetiche all’Università degli Studi di Milano e come direttore scientifico della fondazione “Parco Tecnologico Padano”. Dal 2009 è presidente dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige (Trento). Per quanto riguarda i suoi meriti scientifici, Francesco Salamini si è occupato di genetica del mais per quasi 40 anni, in particolare della biosintesi della cera e delle proteine dei semi (zeins), portando con alcune delle sue ricerche al miglioramento della qualità nutrizionale della farina di mais kernel. Si è anche occupato dell’origine dell’agricoltura e della trasformazione in piante domestiche di quelle che sono attualmente coltivate, concentrandosi sul Triticum monococcum (farro selvatico), considerato uno dei padri del Triticum aestivum l’attuale grano da pane, rintracciandone l’origine nel sud-est della Turchia. Dopo essersi trasferito all’MPI, vi ha introdotto tecniche di allevamento marker-assistite di barbabietola da zucchero e, in particolare, di patate, una coltura importante per l’agricoltura tedesca, realizzando recentemente una mappa fisica e genetica della patata, nonchè l’identificazione di geni importanti per il metabolismo e la resa dei carboidrati, e l’identificazione e l’isolamento di geni coinvolti nella resistenza alle malattie. Ha pubblicato più di 600 articoli anche in collaborazione con molti coautori e ha lavorato in diversi comitati consultivi e come redattore di numerose riviste. Francesco Salamini ha ricevuto numerosi premi, tra cui il Premio Fondazione Invernizzi per la Scienza dell’Alimentazione (1995) e la laurea Honoris Causa presso l’Università di Bologna (2005). É membro di prestigiose istituzioni, come l’italiana Accademia Nazionale delle Scienze (1990) , l’Organizzazione Europea di Biologia Molecolare (1992), l’Accademia dei Georgofili (Firenze), l’Accademia Nazionale dell’Agricoltura (Bologna), l’Accademia Nazionale dei Lincei (2004), e l’Accademia Europea (Londra) (1992). Francesco Salamini è considerato il più importante studioso italiano di genetica molecolare delle piante.
Il video racconto del Premio Internazionale Galileo Galilei dei Rotary Club Italiani